
L'attuale normativa che disciplina il latte, i prodotti a base di latte ed i composti a base di latte, nonché quella in via di emanazione nella Unione Europea, si
prefiggono l'obbiettivo di conseguire un elevato livello di protezione della vita e della salute dell'uomo. Fin dagli anni '90, sono state stabilite
norme e procedure per garantire la sicurezza alimentare e favorire il libero scambio nell'ambito del territorio europeo.
Le norme ( D.P.R. N. 54/97 ed il Regolamento del Parlamento e del Consiglio Europeo relativo all'igiene dei prodotti
alimentari )..
Le norme ( D.P.R. N. 54/97 ed il Regolamento del Parlamento e del Consiglio Europeo relativo all'igiene dei prodotti alimentari ), contengono disposizioni comuni relativamente alle responsabilità dei produttori, di quelle delle Autorità deputate ai controlli, dei requisiti che gli stabilimenti sia strutturali che operativi e tecnici, nonché quanto occorre rispettare per il riconoscimento dello stabilimento come idoneo ad una determinata produzione, per il magazzinaggio e trasporto ed, infine, per i bolli sanitari e, quindi, l'etichettatura (D.L.vo n. 109 del 27 gennaio 1992) per permettere al consumatore di latte, formaggi così come di altri prodotti alimentare di origine animale, di acquisire quante più informazioni possibili e soddisfare la legittima esigenza di sapere l'origine ed il percorso "dai campi alla tavola" del prodotto consumato di così elevato valore nutritivo e destinato a fasce di consumatori più esposte a rischi sia di problemi nutrizionali, sia microbiologici e che necessitano di diete particolari come i bambini e gli anziani.
La garanzia della sicurezza igienico- sanitaria del latte e dei suoi prodotti inizia dalla stalla come punto di "produzione" ed è a questo livello che iniziano i controlli veterinari a diversi livelli di competenza: condizioni di allevamento (stabulazione, alimentazione, igiene della mungitura), mantenimento dello stato di salute, profilassi e cura di malattie condizionate che prevedono l'uso di terapie con farmaci.
La razionale conduzione di allevamento ed i controlli veterinari devo, quindi, fornire latte "sano" che sarà successivamente inviato al consumo alimentare diretto come latte fresco o entrerà in caseifici, autorizzati e sottoposti a vigilanza veterinaria, ma in cui è, soprattutto, il produttore a garantire con procedure ben fissate, che tutte le operazioni per conseguire l'obbiettivo di ottenere un prodotto sano, siano rispettate, garantite, verificate ed, eventualmente, modificate, pena la perdita in termini economici nel momento in cui il consumatore vede messa in pericolo la propria sicurezza.
Il latte proprio grazie alle sue intrinseche caratteristiche è stato spesso oggetto di varie adulterazioni, tuttavia la normativa italiana del Ministero della Salute ed il Ministero delle Politiche agricole, tramite il proprio ente di controllo "Ispettorato Repressioni e Frodi" deputato al controllo delle eventuali adulterazioni, prevede molte norme che fissano i limiti massimi di sostanze che potrebbero ritrovarsi nel latte in condizioni normali, ma la cui elevata percentuale presuppone un'aggiunta fraudolenta della stessa.
Un aspetto di notevole importanza relativamente alla salubrità del latte e stabilito dalla Legge del 3 maggio 1989, n. 169 è la "durabilità" del latte che spesso, nella pratica, è un parametro spesso dipendente dalla qualità della materia prima.
Ultimo aspetto a cui viene fatto riferimento è per alcuni prodotti a base di latte che possono essere ottenuti a partire da latte crudo e che, per la loro natura, necessitano della fissazione della fissazione di condizioni applicabili particolari, infine, si tiene conto di alcune tecniche particolari (prodotti tipici DOP o IPG ) di fabbricazione dei formaggi.
Ministero della salute
Fonte: latte.it