EXPO DUBAI 2020

Gli Emirati Arabi partono veloci: c’è un sacco di lavoro da fare e conviene entrare subito nel vivo della questione.  Così, a poco più di due mesi dall’assegnazione di Expo 2020, gli organizzatori di Dubai hanno fatto sapere che il masterplan del sito espositivo verrà presentato al Bureau International des Expositions negli ultimi mesi del 2015, di modo che la preparazione dell’area e la costruzione delle strutture per l’accoglienza possano iniziare al più presto.

«Il souq arabo sarà al centro del progetto e questo darà all’esposizione una vibrazione meravigliosa», ha annunciato in chiusura della conferenzaDestination Dubai 2020 il direttore investimenti e sviluppo del Dubai World Trade Center, Christopher Scott. Il sito espositivo, ha anticipato, sarà diviso in tre zone dedicate ad altrettanti temi: opportunità, mobilità e sostenibilità. «La piazza centrale si chiamerò Al Wasl Plaza, dall’antico nome arabo di Dubai, che significa “la connessione”», ha poi aggiunto.

Stando ai piani rivelati fino a questo momento, i cantieri saranno aperti dopo il 2015. Anche se per alcune infrastrutture strategiche, come l’estensione della linea metropolitana che condurrà i visitatori sul sito, ci si muoverà con un ulteriore anticipo. L’area complessiva su cui intervenire è di438 ettari (quattro volte quella milanese) e una delle poche strutture fatte per restare sarà l’Expo Village, composto da 2.100 appartamenti, che con tutta probabilità passeranno poi in mano ai privati, in vendita o in affitto. A caratterizzare l’area sarà soprattutto una grande tenda capace di raccogliere l’energia solare, che offrirà ombra durante il giorno e spettacoli di luce durante la notte.

L’Italia, come ripetuto più volte da Giuseppe Sala, sta alla finestra. Il commissario generale di Expo 2015 ha già messo in chiaro che l’obiettivo è vendere quanti più “pezzi” possibili del grande evento milanese agli Emirati. Un discorso che vale tanto per i protocolli organizzativi elaborati nelle fasi di preparazione dell’esposizione, quanto per le tecnologie che i tanti partner dell’Expo hanno sviluppato in forma gratuita, ricevendo in cambio il diritto di utilizzare la manifestazione come una sorta di show room per mostrare al mondo le proprie capacità e allargare di conseguenza il proprio business. Chiaro che Dubai 2020 rappresenti in questo senso lo sbocco più logico e con tutta probabilità più remunerativo per chi ha investito nell’avventura italiana. La fretta mostrata dalla prossima città ospitante, in questo senso, è solo un buon segno.


Fonte: expo2015contact.it