
Secondo caso in pochi giorni. Altri 3 in Europa negli ultimi mesi
Il Sistema di allerta segnala il ritiro in Francia di un lotto di gorgonzola prodotto dalla ditta italiana Igor con la marca “Lago Monate” e distribuito dal grossista Desailly, a causa della presenza di Listeria monocytogenes. La comunicazione è stata diffusa anche sul sitodel governo francese che indica come data di scadenza della partita il 9 agosto 2014.
Secondo le informazioni raccolte si tratterebbe di formaggio che dal 1 luglio 2014 viene proposto al taglio presso il banco gastronomia. Per questo motivo il punto vendita ha esposto un avviso destinato a tutti i clienti in cui invita a non consumare il gorgonzola.
Abbiamo chiesto delucidazioni al caseificio Igor di Novara che ha mostrato una certa perplessità, e comunque ha escluso qualsiasi problema nei lotti distribuiti in Italia. Nello stabilimento si produce gorgonzola destinato a Paesi come USA e Giappone dove, a differenza della normativa europea, non è ammessa la presenza di Listeria. Per questo motivo gli standard produttivi sono molto severi e risulta strana questa non conformità rilevata in Francia dove, come quanto previsto in tutta Europa, per il formaggio è ammessa una quantità di Listeria fino a 100 ufc/25 g.
Il secondo elemento evidenziato dalla Igor, riguarda la possibilità di una cross contaminationcausata da altri alimenti presenti nel banco salumeria, visto che il formaggio
veniva venduto al taglio. La Listeria non è però un caso isolato: dall’inizio di quest’anno la Francia ha segnalato almeno una decina di ritiri dal mercato di formaggi francesi contaminati
da questo batterio.
Il caso di Igor è il secondo episodio a carico di un gorgonzola italiano in pochi giorni: il primo era venduto sempre al taglio in un supermercato della catena Leclerc.
Per essere più precisi Europa si registrano dall’inizio dell’anno altri tre incidenti per il gorgonzola italiano: in Svizzera a gennaio, in Spagna a marzo e in Austria ad aprile.
Il problema della contaminazione da Listeria è comunque una questione seria, che riguarda oltre al settore dei formaggi molli anche quello del salmone affumicato, come dimostrano le numerose segnalazioni evidenziate ogni settimana nel Rasff.