Latte sacrale

Prezioso per tutti, il latte, simbolo per eccellenza di nutrimento e di fecondità sia fisica che spirituale, Ë sacro per molti popoli. Nell’India antica, ad esempio, era considerato il cibo miracolo, essenziale per una società civile: Ë, infatti, alimento non solo materiale, dotato di tutte le sostanze necessarie alla salute, ma anche spirituale in quanto favorisce lo sviluppo dei tessuti sottili del cervello. Forse le sue caratteristiche, il colore bianco, la consistenza liscia e cremosa, forse il suo gusto delicato, leggermente salato, ma contemporaneamente dolciastro, forse altri fattori ma comunque siano i fattori in tutta la storia questo liquido Ë stato simbolo di nutrimento divino, e per questo Ë stato sempre offerto agli dei, oppure sono stati i culti delle libagioni di latte, che coincidevano con le cerimonie di purificazione. Per gli egiziani, ad esempio, il prezioso liquido versato ritualmente sulle 365 tavole (una per ogni giorno dell’anno) delle offerte disposte intorno alla tomba di Osiride aiutava il dio a resuscitare ogni mattina oppure sempre in Egitto, Iside lo concedeva al faraone, che in tal modo

poteva accedere a una nuova esistenza divina da cui attingere la forza necessaria a svolgere la sua missione sovrana. Sempre per lo stesso motivo, la Dea Madre - archetipo pressoché universale, che si identifica con la Grande Nutrice il cui latte Ë per gli dei alimento della divinità - veniva spesso raffigurata in atto di allattare o provvista di molte mammelle. Allattare era infatti segno di adozione da parte della Madre divina (San Bernardo, allattato dalla Vergine, diviene fratello adottivo del Cristo) e veicolo di trasmissione della conoscenza suprema (una certa tradizione islamica fa dire a Maometto: sognare latte equivale a sognare la Scienza o la Conoscenza).      Il latte aveva tanti simboli, esempio simbolo di fecondità per quasi tutte le popolazioni Mediterranee, oppure come significato di rinascita nelle cerimonie d’iniziazione, Nei Veda, (libri sacri orientali ) ad esempio, si supplicano gli dei Indra e Agni di vivificare il latte dal canto gioioso perché dia l’immortalità all’uomo pio che sacrifica, ma la stessa virtù eternatrice gli è attribuita dai celti dell’Europa settentrionale. Nei riti orfici dell’antica Grecia esso era considerato non solo la bevanda, bensì il luogo stesso dell’immortalità, perchÈ al seno della Madre Terra veniva allattato l’iniziato, che entrava simbolicamente nel suo grembo per esserne partorito una seconda volta. E nel celebrare i loro riti di passaggio i pastori guerrieri Masai dell’Africa orientale, che si nutrono esclusivamente di carne e di latte, consumano per un certo numero di giorni solo latte e per altrettanti sola carne, evitando accuratamente ogni possibile contaminazione fra i due cibi sacri.